DIALOGO CONFIDENZIALE CON I FOTOGRAFI (eretica)

Questa fotografia, esprime il desiderio di ogni fotografo di portare un contributo alla crescita di se stesso e degli altri. Una sintesi colta in modo geniale per esprimere non solo la discriminazione tra ricchi e poveri, ma in modo più sottile e profondo la sintesi perfetta tra l’illusione fotografica e realtà. cioè un monito sull’uso e il pericolo delle immagini. Siamo nel 1937 e, a tutt’oggi , non si può far altro che constatare la vittoria dell’immagine sulla realtà.

Le tue foto lasciano il segno quando sono il prodotto visivo di un percorso interiore, di una sensibilità che vede cose che gli altri non vedono.

La premessa per emergere, nella Babilonia delle immagini è avere personalità e un taglio creativo nel proprio lavoro. Al contrario, negli ambienti artistici seri, non ci si impone imitando le mode e le tendenze.

Negli ambienti commerciali invece, devi saper interpretare i prodotti di sempre adattandoli alle tendenze culturali del momento: fenomeno costante, della comunicazione pubblicitaria, durante ogni cambiamento tecnologico e sociale. 

Ognuno, se fa il fotografo, deve saper fare una distinzione fondamentale tra un lavoro di tipo commerciale o estetico e un lavoro di tipo artistico, che lo può costringere ad una scelta etica di tipo personale. Quantomeno è importante esserne consapevoli, poi ognuno, con l’esperienza, capirà qual’è la cosa giusta da fare.

La confusione tra questi generi è frequente e non sempre facile da gestire; soprattutto oggi che siamo sommersi da milioni di immagini e può portare a frustrazione anche un/a grande professionista.

Se uno sceglie di fare fotografia commerciale è preferibile per la sua salute, che sia consapevole che sta lavorando sulle illusioni, che lui stesso sta creando illusioni. Significa che deve “servire” il mercato dei consumi, magari con uno stile, imposto dalle agenzie, che piace alla massa. Qui si parla di creatività, foto belle, di tendenza ma non di arte.

Le lodi degli altri non ci appagano se non siamo in sintonia con noi stessi, se non siamo noi, per primi, ad essere soddisfatti di quello ce facciamo.

Se rimaniamo catturati dalle lodi che ci piovono addosso non c’è scampo, non c’è crescita personale e, di conseguenza, facciamo le foto che piacciono agli altri, magari foto tecnicamente impeccabili, effetti sensazionali…ma foto senza anima e non saremo felici.

QUAL’E’ IL TUO ATTEGGIAMENTO MENTALE?

  1. Vuoi entrare nel mercato come professionista, in uno dei tanti generi fotografici (fashion, pubblicità, still life, reportage, wedding, ritratto ecc) e vuoi offrire i tuoi sevizi a pagamento.
  2. Hai qualcosa di personale da dire, un forte impulso interiore che ti spinge a indagare e interpretare la realtà in modo da creare una connessione emotiva profonda con l’osservatore che guarderà le tue foto, per una crescita reciproca.

Nel caso (A) la cosa migliore da fare è identificare il genere preferito, nel quale ti muovi meglio e ti senti a tuo agio.

Di solito è quello che quotidianamente attrae inconsapevolmente la tua curiosità e il tuo interesse: ritratto, matrimonio, reportage, moda ecc.

Una volta identificato il tuo genere studia e rifletti sulle fotografie di molti fotografi dello stesso genere. Con un po’ di ricerca, tanta pazienza ed esperienza sul campo ti costruisce la professione.

Nel caso (B) la cosa migliore da fare è ascoltare te stesso. Sentire quanto forte “chiama” l’esigenza psicologica di seguire la tua voce interiore. E’ molto personale, non è mai facile e scontato, può essere una rivelazione improvvisa o un’idea che da inizio ad una serie di lavori personali di fotografie che valuterai personalmente e deciderai come confrontarti conil pubblico.

Siate eretici

3 commenti su “DIALOGO CONFIDENZIALE CON I FOTOGRAFI (eretica)”

  1. I don’t even know the way I ended up right here, but I thought this put up was once great. I don’t recognise who you might be however definitely you are going to a well-known blogger if you happen to aren’t already. Cheers!|

  2. It’s chock full of tidbits of thuhogt, inoitmarofn, even a glimpse into the process of drawing portraits. Plus stories about my Grammy, the greatest portraitist I have ever known, no brag, just fact!

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