Tutorial composizione: L’OTTURATORE

TERZO PASSO: L’OTTURATORE

Utilizzo ancora questa immagine che descrive molto bene il funzionamento e la posizione degli “organi” interni della fotocamera: diaframma, tendina(otturatore), sensore, lunghezza focale dell’ottica usata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’OTTURATORE O TEMPO DI POSA

L’otturatore è una tendina meccanica a scorrimento verticale e orizzontale, situata nel corpo macchina, dietro lo specchio (semiretta nera a 45°) e davanti al sensore. Ha il compito di controllare per quanto tempo la pellicola o il sensore resta esposto alla luce. Solo nell’Hasselblad e negli obiettivi del banco ottico l’otturatore è dentro l’obiettivo ed è un congegno a lamelle centrali che si apre e chiude come un diaframma (permettendo la sincronizzazione con tutti i tempi).

 

L’otturatore serve per impostare il tempo di posa che, in combinazione con il diaframma, ti permette di controllare l’intensità della luce riflessa dal soggetto al variare delle condizioni di luce esterna: giorno, sera, notte, interni, esterni, luce artificiale e flash. Nella tabella che segue un esempio di relazione tra diaframma e tempo di posa semplice e intuibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nelle compatte digitali tempi e diaframmi sono predisposti per lavorare automaticamente permettendo di fotografare in determinate condizioni di luce. Hanno il limite che con luce scarsa non puoi fotografare. Nelle reflex oltre alla possibilità di lavorare in modalità semiautomatica e automatica, il tempo di posa è regolabile manualmente, normalmente da 30” a 1/4000 di sec con la possibilità, nelle professionali, di impostare la posa B per lunghe esposizioni notturne anche di parecchi minuti.

Un trucco utile: la lunghezza focale dell’obiettivo indica il tempo di posa da usare per evitare il pericolo del mosso: es: ob. 50 MM = 1/50 di sec. – ob. 100 MM = 1/100 di sec. – ob. 300 MM = 1/300 di sec) per evitare il rischio del mosso non si dovrebbero usare, a mano libera, tempi più lenti di quelli equivalenti alla focale.

COMPOSIZIONE: otturatore e diaframma: non solo tecnica ma regole grammaticali.

 L’uso del tempo di posa ti consente di ottenere degli effetti che possono diventare narrazione; se lo utilizzi con capacità, ti permette di personalizzare lo scatto di un soggetto, rappresentandolo nel modo che più ritieni espressivo. Oggi, con il digitale, ti puoi spingere ben oltre a quello che era consentito in pellicola, soprattutto con la possibilità di intervento in postproduzione, che diventa sempre di più parte integrante della ripresa. Certi notturni stellati, che vanno di moda, sono possibili solo con più scatti e lavorati in postproduzione.

La postproduzione sta diventando una tecnica a se stante, svincolata dalla ripresa. Ci sono artisti che elaborano immagini già esistenti o di altri fotografi che hanno dato il consenso all’utilizzo della loro foto. La fotocamera ti permette sempre di scoprire e indagare la realtà, mentre Photoshop apre la porta all’immaginario inconscio.

Ma per questo argomento è necessario preparare delle lezioni specifiche. Se sei interessato, invia pure la tua richiesta. Ci sono dei soggetti come, ad esempio nel mondo dello sport, che richiedono l’uso di tempi di posa molto brevi (da 1/250, 1/500, 1/1000 ecc) per portare a casa immagini nitide e non spiacevolmente mosse. Si lavora dai 400 agli 800 ISO per poter chiudere diaframma con tempi veloci. Alcuni esempi sono il calcio, il ciclismo, la danza, l’automobilismo, il motocross, lo sci ecc.

Altre volte invece, magari per lo stesso soggetto, vuoi usare il “mosso” perché ti prende di più.

Ecco che devi imparare ad avere in mente i vari effetti visivi ottenibili.

Alcuni esempi di utilizzo dei tempi di posa brevi e lunghi.

 

MOVIMENTO CONGELATO

f/8 – 1/400                                                                    f/6,5 – 1/1000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

f/8 – 1/600 in manuale – Ob. 50 mm (con nebbia o pulviscolo di neve l’esposimetro sballa e si rischia la sottoesposizione)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

f/8 – 1/400 –  Ob. 28 mm (notare la profondità di campo tipica di un grandangolo con diaframma medio)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL MOSSO VOLUTO PER DARE L’IDEA DEL MOVIMENTO: Il Panning (si segue il movimento del soggetto e si scatta quando si è in sincronia.. e prima che esca dal mirino).

f/7,1 – 1/25 foto scattata seguendo il movimento dell’auto con tempo lungo di 1/25 di secondo

 

 

 

 

 

 

 

 

f/5,6 – 2 sec. foto scattata seguendo la trebbiatrice e cercando di scattare nel tempo morto delle lame. Ho fatto più scatti ad ogni passaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

L’acqua mossa è ormai un classico. Più il tempo è lungo più si ottiene un effetto “nuvola” che a me personalmente non piace troppo – Val cimoliana. La tecnica è l’opposto del Panning. Qui la fotocamera è su cavalletto e si lascia che l’acqua scorra, scorra, scorra. L’esposizione lunga si ottiene o di notte o con filtri ND (Neutral Densiti grigi) che ti permettono di regolare l’intensità della luce che entra consentendoti di allungare i tempi (i filtri li trovi in un qualsiasi store on line e sono a vite). L’effetto è anche interessante sugli scogli colpiti dalle onde o con le nuvole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le persone in movimento fotografate con tempi lunghi possono riservare degli effetti interessanti. Fino a diventare un’onda di colori con un tempo ancora più lungo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

f/11 obiettivo aperto contando i secondi. Fare attenzione alle sovraesposizioni. Anche qui bisogna provare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I TEMPI LUNGHI, NOTTURNI: in questo genere fotografico è indispensabile l’uso di un buon cavalletto e di una fotocamera che consenta l’utilizzo “manuale”.

f/5,6 – 8 sec + 3 scatti in sottoesposizione per la luna, lavorata successivamente in postproduzione. Si può usare anche di un filtro graduato grigio regolabile, per togliere luminosità al cielo. La tecnica migliore s’impara provando.

Foto della copertina del libro La strada della Luce, appena pubblicato. In vendita presso Venier, Barcis, Cimolais bar alla Rosa, presso il Parco Dolomiti Friulane e Claut al Vittoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

f/8 – 4 sec. La luce per questo genere di foto è quella dell’imbrunire o dell’alba; c’è un momento che dura non più di 10-15 minuti per ottenere quel tono di blu e le luci stradali che non bruciano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

f/2,8 – 9 sec. Per realizzare le foto della volta celeste con la Via Lattea così visibile è necessario un grandangolo e un approfondimento ulteriore.

 

 

 

 

 

 

 

Come puoi vedere da queste immagini, il tempo di posa oltre che essere una soluzione tecnologica, ti consente di ottenere degli effetti che ti servono per costruire un tuo discorso o una tua poesia. Nel prossimo tutorial parleremo di alcune regole per una composizione equilibrata delle forme e delle linee nell’inquadratura.

Grazie per l’attenzione.

2 commenti su “Tutorial composizione: L’OTTURATORE”

Rispondi a Keyaan

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto