STILL LIFE E COMUNICAZIONE

STILL LIFE n. 1

Oggi propongo due Still Life di prodotto, con una riflessione sul mercato e sulla fotografia. Si tratta delle ultime due creazioni delle coltellerie Lionsteel di Maniago. Questi ultimi anni ho maturato l’idea che un oggetto Made in Italy quando raggiunge e conquista prestigiosi premi internazionali sulla qualità del prodotto e dei processi di produzione, abbia bisogno di un’adeguata immagine.

Mi sembra che l’italia inizi a manifestare i primi segni di superamento dell’usa e getta: segni ancora deboli ma sul mercato, in settori diversi, molte aziende hanno intrapreso la strada della qualità totale.

Cosa significa?

Significa che dopo la crisi finanziaria del 2008 l’occidente europeo, all’interno del quale l’Italia possiede un Know how artigianale di prima qualità, ha bisogno di diventare leader di questo processo produttivo. I mercati sono saturi e l’economia dopo il 2000 da reale è scivolata verso un economia volatile e virtuale (con una spiccata finalità speculativa) con i rischi di default del sistema bancario, come abbiamo appena vissuto. Il comparto industriale sta passando lentamente alla tecnologia 4.0; L’alta tecnologia però non basta, c’è bisogno di un valore aggiunto che non sia costruito solo con una politica di brand  e di immagine (vedi la Nutella come esempio per tutti) ma si basi sul reale valore intrinseco del prodotto: design, materiali di qualità, decorazioni che solo la conoscenza artigianale è in grado di trasferire sull’oggetto. Il mio obiettivo fotografico era quello di enfatizzare il prodotto in tutte le sue sfacettature: forma,  superfici,  colori per trasformare in immagine gli sforzi di chi ha contibuito al risultato finale.

Vediamo le due foto.

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Si tratta di un coltello chiudibile realizzato da un unico pezzo di titanio con tecnologia 4.0.

Ma il design, le finiture, la soluzione (brevettata) dei particolari di apertura della lama ne fanno un “gioiello” utile, funzionale ma soprattutto meraviglioso. Un insieme di doti che mi hanno suggerito l’accostamento tra una pietra grezza e una scultura di Michelangelo il quale era solito ricavare le sue figure da un unico blocco di marmo; ma non solo. Diceva anche che mentre scolpiva era ossessionato da un’immagine che cercava di liberare perché chiusa dentro, intrappolata nel marmo. Mi si passi il paragone ma anche questo prodotto mi è sembrato liberato dal titanio che lo intrappolava e lo preservava da mani inesperte fino ad incontrare chi lo ha saputo estrarre come si fa per un diamante.

Per metafora vorrei dire che il bello prima di esistere, letteralmente: tirato fuori, è nascosto dentro la mente e il cuore dell’uomo. È questa la nuova filosofia produttiva di cui ho fatto cenno all’inizio che secondo me premierà la manifattura Italiana.

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STILL LIFE n. 2

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Presentato ad Atlanta questa primavera il coltello ROK prende il suo nome dalla roccia. Anche in questo caso è stato prodotto da un unico pezzo di titanio e proposto anche nella versione molto preziosa con lama damascata. Allo stesso modo, anche in questa foto, ho voluto comunicare quanta bellezza sia possibile ricavare da un materiale grezzo che, per metafora, è la pietra da cui prende il nome. Robusto nella sua delicata bellezza. Preciso e con soluzioni di apertura e chiusura sofisticate su cuscinetti a sfera.

Penso che non si possa proporre oggetti con questo valore aggiunto alla stregua di un prodotto di consumo di veloce obsolescenza così come si faceva negli anni 70-80 e 90. Il prodotto ha un valore di scambio che deve essere ricompensato. Costa di più ma uno lo tiene e lo conserva in eterno; non solo per l’utilizzo ma proprio per la sua bellezza, l’intelligenza creativa e l’etica di un’azienda. 

Ruggero Lorenzi

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